L’ennesima crisi del sistema economico capitalista, che strutturalmente procede per crisi e tentativi di rimettersi in piedi sempre sulle stesse instabili zampe, questa volta ci viene presentata con maggiori sintomi di gravità, prospettando una pandemia che si espande in gran parte del mondo occidentale, generando paure e angosce di sopravvivenza.
Quest’ansia ci spinge a cercare di comprendere quello che accade, portandoci con fatica a ricordare che tutto questo è già accaduto, e che con molta probabilità continuerà ad accadere finché non cambieranno gli schemi interpretativi, culturali e psichici, della relazione dell’uomo con il suo contesto ambientale, per poter realizzare finalmente un sistema economico che sia funzionale con l’etica della sopravvivenza umana. Il voler comprendere però si scontra con un sistema culturale ormai di carattere globale, che non ha contendenti e che è divenuto una religione senza un dio trascendente, creando sacerdoti, fedeli e e un gruppuscolo di eretici.
Le basi di questa religione sono antiche, Weber nel suo “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” mette in risalto come la religione calvinista, con la sua predestinazione e il significato di valore assoluto della ricchezza, sia una base culturale importante per lo sviluppo del modello economico capitalista, che poi nel tempo sviluppa la sua etica di sfruttamento di ogni risorsa disponibile e di libero arbitrio economico.
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