Eurostat, quasi 15 milioni di italiani a rischio povertà. Quanti sono quelli in ‘carcere’ e i reati commessi. Giudice vieta circoncisione dei bambini, Islam in rivolta. Amica su Fb del suo stupratore: “Mi ha aiutata a superare il trauma”. Psicologi gratis su Skype, il lettino sbarca sulla rete. A Roma l’ambulatorio sociale di psicoterapia. Difficolta’ sul lavoro per i famigliari degli autistici. Stati vegetativi, 59% pazienti e’ maschio. Dodicenne sente Del Piero ed esce dal coma.
EUROSTAT, QUASI 15 MILIONI DI ITALIANI A RISCHIO POVERTÀ.
Rassegna.it Il 24,5% della popolazione può finire nella esclusione sociale, il 6,9% vive “in condizioni di severe privazioni materiali”. Dato in leggera flessione, al contrario della media Ue. In termini assoluti ci supera la Germania con 15,9 milioni di persone. Gli italiani a rischio povertà o esclusione sociale sono 14,7 milioni, pari al 24,5% della popolazione. Il 6,9% è invece definito “in condizioni di severe privazioni materiali”. Lo afferma un dossier pubblicato dall’Eurostat (qui il pdf completo). Su scala europea le persone a rischio sono 115,479 milioni, pari al 23,4% del circa mezzo miliardo di cittadini del vecchio continente. In termini assoluti, ci supera la Germania con 15,9 milioni di persone. Ma come viene calcolato questo dato? Nel “rischio di povertà o esclusione sociale” Eurostat include tre categorie: basso reddito (inferiore al 60% della media nazionale), privazioni materiali, bassa intensità lavorativa (adulti che impiegate e retribuite per meno del 20% del potenziale annuale).
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ECCO QUANTI SONO QUELLI IN ‘CARCERE’ E I REATI COMMESSI. I DATI DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA MINORILE.
DIRE – Notiziario Minori Ben 2.293 ingressi nei centri di prima accoglienza a seguito di arresto, fermo o accompagnamento; 1.224 ingressi negli istituti penali per minorenni, con una presenza media giornaliera di 482 ragazzi; 1.831 collocamenti nelle comunita’ e 13.500 minori non presenti in strutture residenziali (Cpa, Ipm, Comunita’), ma seguiti comunque dagli uffici di Servizio sociale. Questi i dati forniti dal dipartimento per la giustizia minorile, nel periodo dicembre 2010/novembre 2011, e forniti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Le cifre mostrano un aumento della presenza di minori italiani rispetto agli stranieri, sia nei Centri di prima accoglienza che negli istituti penali. I minori stranieri provengono in maggioranza dall’Est europeo e dal Nord Africa. Nel 93% dei casi si tratta di ragazzi maschi che hanno un’eta’ compresa tra l 16 e i 17 anni. Tra i reati contestati il 60% riguarda quelli contro il patrimonio (furti e rapine), mentre le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze coinvolge il 10% dei fermati. In generale il 18% dei reati ha a che fare con lesioni personali volontarie. Le grandi citta’ come Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze e Catania, registrano il maggior numero di ingressi nei centri di prima accoglienza, mentre l’80%, dei collocamenti nelle Comunita’ avviene nelle strutture del privato sociale, data l’esiguita’ dei posti nelle comunita’ dell’amministrazione della Giustizia. I provvedimenti di messa in prova sono aumentati e sono stati rivolti per il 40% dei casi a giovani adulti.
IL GIUDICE VIETA LA CIRCONCISIONE DEI BAMBINI ISLAM IN RIVOLTA
Blogncc.com Insorgono i musulmani in Slovenia contro la decisione del garante per i diritti umani, Zdenka ‹ebašek Travnik di dichiarare penalmente perseguibile in quanto discriminatoria dei diritti del bambino la pratica della circoncisione. Il mufti Nedžad Grabus ha subito parlato di decisione «discriminatoria per i muslmani » che suscita i timori di una «nuova inquisizione». La decisione della garante dei diritti umani viene vista dai musulmani sloveni come una violazione dei diritti di fede dell’islam foriera di nuove tensioni e di discriminazioni. Il mufti ha ricordato come la circoncisione dei bambini è una prassi millenaria presso i musulmani e gli ebrei che viene effettuata per motivi medici, igienici, fideistici e tradizionali. Ha altresì ribadito come la pratica sia tradizionalmente osteggiata dai medici sloveni creando grosse difficoltà ai genitori musulmani che sono così costretti a recarsi in altri Paesi per ottemperare a questo loro dovere. I musulmani hanno fatto notare inoltre che la circoncisione non viene ritenuta una violazione dei diritti del bambino in nessun Paese al mondo.
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AMICA SU FB DEL SUO STUPRATORE: “MI HA AIUTATA A SUPERARE IL TRAUMA”
Affaritaliani Lei si chiama Emily McCombs e ha 29 anni. Quando era una 14enne, nel 1997, è stata violentata da tre uomini. Dopo 15 anni uno degli stupratori l’ha rintracciata su Facebook e le ha chiesto l’amicizia. La giovane, anche se sconvolta, ha accettato. I due hanno chattato per ore parlando del più e del meno fino a ricordare la notte della violenza. Nonostante tutto per Emily “la conversazione è stata utile per superare il trauma più di tante sedute di psicoterapia”. Quando Emily si è vista ‘recapitare’ la richiesta di amicizia le sono tornati in mente tutti i ricordi legati a quella tragica notte. Furono in tre a sorprenderla in un magazzino abbandonato e ad abusare di lei: due obbligarono la ragazzina a fare del sesso orale, il terzo uomo invece la violentò.Sono passati vari anni da quel giorno e oggi Emily scrive per il sito xoJane.com, un blog che affronta tematiche legate al sesso e alle relazioni sentimentali. Il fatto che uno dei suoi stupratori l’abbia cercata su internet e l’abbia contattata via Facebook l’ha sconvolta.
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PSICOLOGI GRATIS SU SKYPE, IL LETTINO SBARCA SULLA RETE
Campanianotizie Gli psicologi sbarcano sulla rete offrendo consulenze gratuite su Skype. L’iniziativa di ioPsicologo.it, in collaborazione con i portali Niente-Panico.it e BlogTherapy.it, offre la possibilita’ a chiunque ne abbia bisogno di usufruire di un supporto a distanza tramite l’utilizzo di una chat. Un’equipe di psicologi volontari appassionati di nuove tecnologie, coordinati da Giovanni Gentile, fornira’ consulenza psicologica online per tutto il mese di marzo.
“Questo tipo di intervento – spiega Gentile all’Adnkronos Salute – non ha alcuna finalita’ terapeutica, ma rappresenta una possibilita’ di ridefinizione del problema, ovvero di inquadramento del disturbo. Spesso, infatti, l’aiuto piu’ valido per chi deve fare i conti con un disagio psichico e’ quello di avere la possibilita’ di prendere coscienza del proprio problema e di capire come affrontarlo. La consulenza online vuole essere un aiuto per chi non sa a chi rivolgersi e per chi cerca un primo orientamento in base alle proprie esigenze. Ma anche per chi vive all’estero e preferisce parlare con uno psicologo italiano via chat o per chi si sente piu’ a proprio agio ad aprirsi con uno specialista attraverso microfono e videocamera, piuttosto che faccia a faccia in uno studio”. “I colloqui avranno una durata di 30-40 minuti – continua Gentile – non saranno assimilabili a una vera e propria seduta, ma a una chiacchierata utile ad aiutare il paziente a mettere a fuoco il problema, a dare un nome al disturbo e a indirizzarlo poi verso strutture del Servizio sanitario nazionale o studi privati. L’approccio online e’ una cosa nuovissima, che sta iniziando a prendere piede nel nostro settore. Per molti, infatti, e’ piu’ semplice relazionarsi con uno psicologo in questo modo. Questo, secondo me, e’ molto utile anche per sfatare molti luoghi comuni sulla nostra professione, come ad esempio la convinzione dell’eccessivo costo delle sedute o l’idea che una psicoterapia sia per sempre, ovvero che una volta che si inizia non si finisce piu’. Con questo progetto speriamo di avvicinare la psicologia alla gente in un contesto protetto, quello della propria casa”. “E’ possibile prenotare la propria consulenza seguendo le istruzioni che si trovano sul portale www.ioPsicologo.it – continua Gentile – Per prendere un appuntamento e’ necessario indicare il proprio nome utente Skype, con l’orario e il giorno scelto per ricevere consulenza. Verrete contattati poco dopo dall’account Skype chiamato ‘iopsicologo’, che confermera’ l’avvenuta prenotazione”. E chi decidera’ di usufruire di questo servizio non dovra’ temere per la propria privacy. Come ci spiega Gentile, infatti “la riservatezza del paziente sara’ tutelata come in un normale studio di psicologi, con il consenso informato che viaggera’, pero’, via mail. Tutto il dialogo avvenuto via chat – assicura lo specialista – verra’ distrutto, non sara’ conservato nulla. Il servizio per ora non e’ aperto ai minori di 18 anni; per loro, infatti, il discorso si fa piu’ complicato perche’ avremmo bisogno dell’autorizzazione di entrambi i genitori. In futuro chissa'”. Con Giovanni Gentile collaborano gli psicologi Emanuele Mingione, Mariangela Quinterno e Marina Scappaticci.
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A ROMA L’AMBULATORIO SOCIALE DI PSICOTERAPIA
La Repubblica “Qui si paga quello che si può e se si può”. E’ il presidio sanitario assai democratico e popolare, accessibile a tutti. Una scommessa clinica, culturale e sociale, che instaura un contratto di fiducia con il paziente a cui si consegna una lettera in cui si spiega la filosofia dell’iniziativa. E’ un gruppo di 20 psicoterapeuti che pratica tariffe fisse e lascia libero il paziente di scegliere a seconda delle proprie possibilità.
Il disagio psicologico, quello che mina la giornata fin da quando ci si desta e che confonde o deprime, che aliena o fa chiudere in sé stessi fino al pensiero suicidario, ha il duplice svantaggio di danneggiare la persona e chi le vive accanto. Inoltre, almeno in Italia, c’è il problema in più di trovare poche risposte nelle strutture pubbliche. È sempre più difficile, ad esempio, che una persona che presenti sofferenza mentale possa affrontare una psicoterapia affidandosi al Servizio Sanitario Nazionale. L’idea che emerge è che i malanni di “testa” siano più sopportabili di quelli del corpo. Ma non è così.
L’ambulatorio democratico. Appare geniale, dunque, l’idea che hanno avuto Ruggero Piperno, uno psicoterapeuta e psichiatra con un grosso passato nel servizio pubblico, e l’Opera Don Calabria di Roma 1. “La sofferenza psicologica – spiega Piperno – ha una matrice bio-psico-sociale, è quindi particolarmente sensibile ai mutamenti sociali ed economici. In un momento così particolare, di vera e propria recessione, aumentano le richieste ma, paradossalmente, diminuiscono drasticamente le offerte. Noi abbiamo deciso di aprire il nostro ambulatorio a tutti, di ridurre al minimo – non più di giorni – i tempi di attesa e, soprattutto, di chiedere al paziente di pagare come e quanto vuole”. Si chiama Ambulatorio Sociale di Psicoterapia 2, il presidio sanitario forse più democratico e popolare al mondo. Di certo, accessibile a tutti. “L’ambulatorio – sempre Piperno – è una scommessa clinica, culturale e sociale. È un contratto di fiducia con il paziente a cui, quando si rivolge a noi, consegniamo una lettera in cui spieghiamo la nostra filosofia”. Una presentazione del servizio in cui il gruppo di 20 psicoterapeuti gestito da Piperno chiarisce che le sedute non prevedono tariffe fisse e lascia libero il paziente di scegliere a seconda delle proprie possibilità.
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DIFFICOLTA’ SUL LAVORO PER I FAMIGLIARI DEGLI AUTISTICI
Sanitanews.it L’assistenza delle persone affette da autismo rimane in Italia ”onere esclusivo delle famiglie”, con pesanti conseguenze: il 65,9% di esse ha infatti riferito una modifica in negativo del lavoro di almeno uno dei genitori, e sono soprattutto le madri (62,6% dei casi) ad aver sperimentato questo tipo di peggioramenti del percorso professionale, mentre cio’ ha riguardato i padri nel 25,5% dei casi. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata dal Censis su questa patologia e che ha coinvolto 302 famiglie di altrettante persone affette da una forma di autismo. In particolare, il 25,9% delle madri ha lasciato o ha perso il lavoro, ed il 23,4% lo ha ridotto. Dall’indagine emerge che la quasi totalita’ delle persone con autismo incluse nel campione vive in casa con la propria famiglia (96%), anche se non e’ del tutto trascurabile la quota relativa a quanti vivono in una istituzione residenziale (4%). Il 72,5% degli autistici afferenti al campione frequenta la scuola, e si tratta della pressoche’ totalita’ dei casi con meno di 14 anni. Tra chi non frequenta la scuola, soprattutto tra gli adulti, l’attivita’ piu’ frequente e’ rappresentata dalla frequentazione di un centro diurno (13,2%). Risulta pero’ significativamente alta la quota relativa a quanti non svolgono nessuna attivita’ e rimangono in casa o in istituto per tutto il giorno: Il dato e’ infatti pari all’8,3%, e raggiunge il 13,9% tra gli adolescenti. Evidentemente, rileva l’indagine, ”le persone con autismo hanno bisogno di sostegno continuativo nel corso delle attivita’ scolastiche”, ma differenze emergono a questo proposito a livello territoriale: complessivamente le ore di sostegno ricevute da personale pubblico sono nelle regioni del sud in media 19,1, contro le 24,1 della media nazionale e le 28,7 del Centro. Dall’indagine emerge anche come il trattamento farmacologico rappresenti ”una delle zone d’ombra dell’autismo, laddove a sintomi e comportamenti estremamente gravosi sotto il profilo assistenziale, le uniche risposte disponibili dal punto di vista farmaceutico sono rappresentate da farmaci non specifici per l’autismo, i cui effetti sulle persone autistiche sono spesso diversi da quelli attesi, e in alcuni casi controindicati”.
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DODICENNE SENTE LA VOCE DI DEL PIERO ED ESCE DAL COMA
DIRE – Notiziario Minori Come in una favola: ascolta il messaggio del suo campione e si sveglia dal coma. La piccola Giada Scalise, la bambina di appena 12 anni tifosissima della Juventus e soprattutto di Del Piero, che lo scorso 22 gennaio era caduta in coma. I genitori di Giada avevano chiesto al numero 10 della Juventus di inviare loro un video messaggio da fare ascoltare alla loro figlia. Del Piero, come sempre sensibile e vicino a questo tipo di problematiche ha subito inviato il videomessaggio. La bambina, grazie al suo idolo si e’ svegliata dal coma ed ora sta seguendo un piano di recupero per rimettersi in sesto al piu’ presto. (fonte: www.calabrialiving.it)
SANITÀ. STATI VEGETATIVI, 59% PAZIENTI E’ MASCHIO, IN MEDIA HA 55 ANNI
DIRE – Notiziario Sanita’ Il 59% dei pazienti in stato vegetativo o in stato di minima coscienza sono uomini, hanno in media 55 anni, nel 54,8% dei casi sono sposati e vivono in questa condizione mediamente da 5 anni. E’ il profilo del paziente ‘tipo’ tracciato dall’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano nell’ambito di un progetto di ricerca sugli stati vegetativi finanziato dal ministero della Salute. Per la prima volta il tema e’ finito sotto i riflettori dei ricercartori che hanno cercato di capire chi sono i pazienti cosiddetti DOCs, con disturbi della coscienza, e come vivono coloro, familiari e operatori, che se ne prendono cura. La ricerca, presentata al ministero della Salute nella Giornata degli stati vegetativi, ha coinvolto 78 centri di cura, 39 associazioni e federazioni familiari. In tutto sono stati coinvolti 602 pazienti (566 adulti e 36 bambini), 487 familiari e 1247 operatori. “E’ la prima volta che in Italia si realizza uno studio del genere- ha sottolineato la dottoressa Matilde Leonardi, direttore scientifico del Centro di ricerca sul coma dell’Istituto Besta- e’ stato un lavoro collettivo che ha messo in evidenza come i problemi di questi pazienti oggi si riversino tutti sulle famiglie. Ai familiari si chiede di essere eroi”. In particolare la cura ricade sulle donne: il ‘caregiver’ medio, ovvero il familiare che presta assistenza, e’ nel 77% dei casi la moglie del paziente. Il 55% dedica in media piu” di 3 ore ore al giorno all’assistenza e ha dovuto radicalmente modificare il proprio tempo libero. Ansia e stress sono pane quotidiano per i familiari. Ma anche per gli opeatori: il 14,4% di quelli che lavorano con questi pazienti ha alti livelli di esaurimento emotivo.
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