BAMBINI IN CARCERE FINO A 6 ANNI

 



Senza il decreto attuativo per la Legge 62/11 tutti i bambini che condividono con la madre la detenzione rischiano di dover vivere entro le mura del carcere il doppio di quello previsto dalla normativa precedente.


A quasi un anno dal promulgamento della legge 62/11 sulle madri detenute con bambini non si è ancora messo mano al decreto attuativo che consentirebbe di applicare in modo corretto le intenzioni della legge, ovvero evitare in via definitiva il carcere a tutti i bambini. Attualmente, secondo il messaggio inviato dalla Ministro Severino al convegno “Bambini in Carcere: non LUOGO a procedere” organizzato da Bambinisenzasbarre e Terre des Hommes a Milano, nelle prigioni italiane ci sono 57 bambini.
Purtroppo, dicono gli operatori, ce ne sono anche di 4 anni d’età, uno in più di quanto fosse possibile con la legge precedente. L’assenza di un decreto attuativo lascia alla discrezionalità dei magistrati la responsabilità di dover interpretare una normativa che mostra lacune e ambiguità.
La sentenza 11714 della Corte di Cassazione di alcuni giorni fa, d’altro canto, mette in evidenza come l’unica ICAM – Istituto a custodia attenuata madri, attualmente esistente, quella di Milano, sia una struttura non certificata per la mancanza di una disciplina omogenea, e che quindi non può essere presa a modello, anche se è certamente un evidente esempio di buone pratiche in questo campo. Se entro il 1 gennaio 2014, data ultima in cui la Legge è in vigore in tutte le sue parti senza discrezionalità, non sarà promulgato il decreto attuativo tutti i bambini che condivideranno con la madre la detenzione rischieranno di dover vivere entro le mura del carcere fino a 6 anni.
Tra le ambiguità ed equivoci interpretativi il tema del ricovero e delle cure mediche del bambino: pur dando al direttore del carcere la libertà di autorizzare l’uscita della madre questo non garantisce la presenza della madre in tutte le circostanze in cui il minore ha bisogno di lei. Per superare il problema, nel caso della Lombardia, è ormai consolidata la buona prassi di ricoverare la madre nei casi in cui è necessaria l’ospedalizzazione del figlio. Questo escamotage pratico ha sempre consentito di superare le lungaggini burocratiche per ottenere un permesso, che – prima della nuova Legge – veniva concesso solo in situazioni di eccezionale rilevanza.
Urgente anche una regolamentazione delle caratteristiche delle Case Famiglia Protette introdotte assieme all’ICAM dalla nuova legge, strutture d’accoglienza equivalenti alla privata dimora, dove le mamme prive di domicilio possono scontare la pena con i bambini fino ai 10 anni. La legge precisa che non è previsto nessun onere a carico dell’amministrazione penitenziaria per tali strutture, mentre per gli ICAM si prevede un piano investimenti di 11, 7 milioni di euro. In un’ottica di mantenimento della relazione madre-bambino anche quando questa è detenuta, come stabilito dalla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, le Case Famiglia Protette sono certamente la soluzione migliore per tutelare l’interesse superiore del minore, ma è fondamentale che dispongano di fondi adeguati.
Le parole del Ministro della Giustizia Paola Severino, lette all’apertura dell’incontro milanese , fanno intravedere una volontà di arrivare ad una prossima soluzione: “…in un Paese moderno è necessario offrire ai bambini, figli di detenute, un luogo dignitoso di crescita, che non ne faccia dei reclusi senza esserlo. Una struttura che sia diversa da quella tradizionalmente detentiva….Ritengo, quindi necessario, che l’Istituzione, nell’affrontare un così delicato argomento, abbia chiari tutti gli aspetti che lo sostanziano al fine di trovare soluzioni idonee che tutelino gli importantissimi valori in gioco.”
Terre des Hommes da 50 anni è in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento e per assicurare a ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo. Attualmente Terre des Hommes è presente in 72 paesi con oltre 1.200 progetti a favore dei bambini. La Fondazione Terre des Hommes Italia fa parte della Terre des Hommes International Federation, lavora in partnership con ECHO ed è accreditata presso l’Unione Europea, l’ONU e il Ministero degli Esteri italiano. Per informazioni: www.terredeshommes.it
Bambinisenzasbarre è una Associazione onlus che si occupa dal 1997 della cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, della tutela del diritto del bambino alla continuità del legame e della sensibilizzazione della rete istituzionale di riferimento e della società civile. Fa parte del consiglio direttivo di Eurochips – European Network for Children of Imprisoned Parents, rete europea con sede a Parigi, presente in 15 paesi. E’ impegnata in attività di ricerca (la prima ricerca europea sull’impatto della detenzione dei genitori sui bambini) e in attività editoriale (con una collana di libri e quaderni di studio). Per gli interventi in area penitenziaria è partner del Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione penitenziaria, e del Provveditorato Regionale per la Lombardia. Collabora con le Università Statale, Bicocca e Cattolica di Milano, con l’Istituto dei Diritti Umani di Copenhagen, con la Commissione Europea e nel Gruppo CRC, coordinato da Save the Children. È presente sul territorio come agenzia psicopedagogica specializzata e nelle tre carceri milanesi, San Vittore, Bollate, Opera, con le attività di sostegno alla genitorialità e con il Modello di Accoglienza Spazio Giallo, che collega una rete operativa sul territorio nazionale. www.bambinisenzasbarre.org
Rossella Panuzzo
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