TUTTI GIU’ PER TERRA

Secondo l’etica del competitivismo liberista chi non ce la fa, come chi per disperazione indotta dalla crisi economica si toglie la vita, è solo un perdente, e come tale merita di uscire di scena lasciando spazio a chi è più forte. Un darwninsmo socio-economico che dalle teorie spenceriane si è definito nel nostro tempo significato morale della religione più potente del mondo, il capitalismo di matrice calvinista.

Non a caso le maggiori sofferenze economiche europee sono a carico dei paesi di culture d’origine non anglosassone.  Il dio della predestinazione, della beneficenza e della colpa  per la povertà si sta vendicando su quello della misericordia, del perdono, dell’elemosina e della colpa per la ricchezza, e chi non si allea con lui sarà affondato nei meandri oscuri della miseria, Francia compresa.

Diciamocelo chiaramente, non ci si ammazza per la “crisi”, altrimenti la specie umana sarebbe già estinta tra gli orrori che ha attraversato, si muore per disperazione etica, quando il significato del vivere è costretto in limiti morali dove non c’è più spazio per rinascere dalla sconfitta.

I mandanti dei nuovi suicidi sono i ricchi e i potenti, quelli che dicono agli altri, che li mantengono e che da loro vengono sfruttati, che sono “sfigati” perché non sono stati in grado di accumulare ricchezze e poteri come loro.

... Il seguito del contenuto di questo articolo è disponibile nel libro Società e psiche

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