Afghanistan, la sposa bambina torturata ottiene giustizia. Cannabis contro la depressione. Dall’Onu risoluzione per assicurare ai giovani i diritti sessuali. La ‘fame edonistica’ che porta ad abbuffarsi.
SCENARIO CRISI: 25% donne interrompe cure per costo medicine. Suicidi per crisi economica: pericolo effetto domino. Usa, dal boom delle case alla vita nei motel: i senza tetto alle porte di Disney World.
AFGHANISTAN, LA SPOSA BAMBINA TORTURATA DAL MARITO OTTIENE GIUSTIZIA
(Corriere della Sera) Il suo volto tumefatto aveva scioccato il mondo. Sahar Gul una ragazzina di soli 15 anni lo scorso dicembre era arrivata all’ospedale di Kabul in condizioni pietose, una sposa bambina picchiata a sangue e tenuta segregata per mesi dal marito e dai suoi familiari perché non voleva prostituirsi. Unghie strappate, occhi semichiusi per le botte, un orecchio bruciato da un ferro da stiro Sahar era diventata un simbolo della lotta ai diritti umani.
Sabato scorso finalmente è stata fatta giustizia. Almeno in parte. Tre parenti della ragazzina sono stati condannati a dieci anni di prigione per tortura, abusi e violazioni dei diritti umani ma il marito è ancora in fuga. Sahar si è presentata in tribunale il giorno della sentenza. Per la prima volta dopo la sua liberazione ha guardato in faccia i suoi torturatori: il padre, la madre e la sorella del marito. Davanti al giudice si è tolta il velo per mostrare le cicatrici frutto del suo calvario e ha chiesto che gli imputati fossero puniti severamente. La sentenza non l’ha soddisfatta. I suoi avvocati hanno fatto sapere che presenteranno sicuramente ricorso. “Ho visto la felicità sul suo viso – ha dichiarato a The Independent Huma Safi dell’organizzazione Women for Afghan Women, un gruppo per i diritti delle donne che sta aiutando la ragazza a riprendersi – ma anche la paura perché tra dieci anni quelle persone torneranno di nuovo libere. E lei pensa che il tempo volerà”.
Il marito e il cognato di Sahar, entrambi in fuga, sono stati condannati in contumacia, la sentenza verrà decisa quando verranno catturati. Secondo Heather Barr, una ricercatrice di Human Rights Watch in Afghanistan, le condanne rappresentano un passo avanti perché dimostrano che “i giudici hanno preso seriamente un atto di violenza. Ora dobbiamo far sì che lo stesso atteggiamento sia adottato in tutti i casi di violenza contro le donne“.
Negli ultimi dieci anni la situazione delle donne inAfghanistan è migliorata: quattro milioni di bambine ora possono andare a scuola e molte donne hanno trovato lavoro. Ma molto deve ancora essere fatto. Nel Paese l’età legale per il matrimonio è 16 anni ma secondo le Nazioni Unitemetà delle bambine vengono date in sposa molto prima. La violenza nei confronti delle donne è ancora molto diffusa e spesso rimane impunita.
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TOSCANA, CANNABIS CONTRO LA DEPRESSIONE
(Radicali.it) Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una legge che autorizza l’uso sanitario della cannabis. È la seconda iniziativa del genere in Italia dopo la precedente in Puglia del 2010 con cui si autorizzò la sperimentazione. Il testo approvato dal «parlamentino» a Firenze intende facilitare l’utilizzo di farmaci con cannabinoidi nella cura di specifiche malattie come la sclerosi multipla, la depressione o il glaucoma.
Le strutture sanitarie avranno un ruolo fondamentale riducendo gli attuali tempi burocratici, molto lunghi, per la cannabis terapeutica. E poi i trattamenti potranno essere continuati anche in sede domiciliare.
Una legge, dunque, per disciplinare sotto il profilo organizzativo e procedurale l’utilizzo dei farmaci cannabinoidi come ausilio terapeutico all’interno del Servizio sanitario regionale, per combattere il dolore, nelle cure palliativo e anche in altri tipi di terapie.
La nuova legge regionale tiene conto delle attese di tante associazioni della Toscana e dei punti comuni a due proposte di legge di iniziativa consiliare. Una, presentata da consiglieri del Partito democratico, primo firmatario Enzo Brogi, prevedeva l’uso di queste sostanze nell’ambito della terapia del dolore e delle cure palliativo; l’altra, a firma dei consiglieri del gruppo di Federazione Sinistra-Verdi, prima firmataria la capogruppo Monica Sgherri, e del consigliere del Gruppo misto Pieraldo Ciucchi, prevedeva invece l’utilizzo in tutta una serie di patologie e disturbi, anche attraverso la possibilità di ricorrere a preparazioni galeniche.
Le due proposte sono diventate un atto unico, che include anche l’apporto della consigliera regionale Alessia Ballini, impegnata a fondo in questa sfida negli ultimi mesi della sua vita.
Come si legge nella relazione che accompagna la proposta di legge, presentata dalla consigliera Lucia Matergi: «L’efficacia farmacologica dei cannabinoidi si fonda su acquisizioni scientifiche, sperimentazioni e pratiche cliniche sempre più diffuse a livello mondiale». Nel preambolo della legge sono indicati i principali ambiti di cura e quelli in fase di studio: è oggi disponibile a livello scientifico una «compiuta valutazione dell’impiego clinico dei cannabinoidi nella cura del glaucoma, nella prevenzione dell’emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche, come adiuvante nel controllo del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla, nel trattamento del dolore nei pazienti affetti da cancro. Da sperimentazioni scientifiche risulterebbe, inoltre, che i cannabinoidi hanno proprietà di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, quali la morfina e i suoi analoghi, necessari a lenire il dolore nei malati oncologici sottoposti a trattamenti cronici, evitando così i fenomeni di assuefazione, caratteristici degli oppiacei».
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ONU APPROVA RISOLUZIONE PER ASSICURARE A GIOVANI I DIRITTI SESSUALI
(DIRE – Notiziario minori) E’ stata adottata il 27 aprile dalla Commissione su popolazione e sviluppo delle Nazioni Unite nella sua 45esima sessione, e riguarda la loro salute sessuale e riproduttiva, il diritto dei giovani di decidere sulle questioni relative alla loro sessualita’; l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, compreso l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, laddove sia legale, in condizioni di sicurezza, garantendo riservatezza e rispetto senza alcuna discriminazione; il diritto a un’educazione sessuale completa; il controllo della propria sessualita’, libera da violenza, discriminazione e da ogni coercizione.
La Commissione su popolazione e sviluppo (CPD) esamina le tendenze e i problemi specifici relativi alla popolazione mondiale nel suo complesso e a situazioni specifiche dei diversi paesi, dando indicazioni su possibili programmi di lavoro e sulle politiche necessarie, sia per le Nazioni Unite stesse che per i singoli Paesi membri. “Questa Commissione e’ uno degli strumenti piu’ importanti che abbiamo, un’occasione per parlare di giovani, per i/le giovani e con i/le giovani”, ha detto Kgomotso Papo, parlando a nome della delegazione del Sud Africa, durante la sessione plenaria di chiusura.
“Questa risoluzione era attesa da lungo tempo e rafforza il Piano d’azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo tenutasi al Cairo nel 1994- ha dichiarato Daniela Colombo, Presidente dell’Aidos – Tra due anni ci sara’ una verifica formale di quanto e’ stato fatto negli ultimi vent’anni e di quanto ancora bisogna fare. Ci auguriamo che il nostro Governo sia un attore importante di questo processo e ribadisca il suo impegno senza subire l’influenza delle politiche del Vaticano in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi”.
La risoluzione arriva sulla scia di un rapporto dell’Unicef, “Progress for Children. A Report Card on Adolescents”, che lancia un allarme in particolare per la condizione degli/lle adolescenti in Africa, il continente che entro il 2015 avra’ il piu’ alto numero di adolescenti al mondo. Il loro futuro e’ pero’ messo a rischio dalla pandemia dell’HIV/AIDS, dall’alto numero di gravidanze precoci e indesiderate e dalle conseguenti complicanze al parto, dalla violenza, dalla disoccupazione, dall’ancora insufficiente accesso all’istruzione.
Il rapporto dell’Unicef e le decisioni finali della Commissione evidenziano la gravita’ della situazione e l’urgenza di realizzare politiche efficaci a sostegno di tutti i/le giovani. L’adolescenza e’ una fase delicata della crescita di un essere umano, il giusto investimento puo’ interrompere il ciclo di poverta’ e tutto cio’ che da questo consegue, portando opportunita’ economiche, sociali e politiche non solo agli/alle adolescenti ma alle comunita’ e agli Stati di cui questi sono cittadini e cittadine.
In chiusura della sessione, il Presidente della Commissione, l’ambasciatore Hasan Kleib, ha invitato gli Stati membri a realizzare tali accordi a livello nazionale, affermando che “ora dobbiamo incamminarci su questo nuovo sentiero”.
ECCO QUANDO LA GOLA VINCE SU SAZIETA’. STUDIO SU ‘FAME EDONISTICA’ CHE PORTA A ABBUFFATE
(Ansa) Quando non riesci a rinunciare al piacere del cibo anche se sei sazio, c’e’ lo zampino di due sostanze che sovvertono i normali segnali di fame e ti fanno mangiare ancora fino al rischio abbuffata e solo per il piacere di farlo.
Lo dimostra uno studio condotto da Palmiero Monteleone del Dipartimento di Psichiatria della II universita’ di Napoli e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM).
Gli esperti hanno visto che quando individui ormai satolli hanno di fronte il proprio cibo preferito, nel loro corpo tornano in gioco due sostanze che stimolano l’appetito, grelina e 2-AG (quest’ultima e’ una droga naturale che agisce direttamente sui circuiti neurali del piacere), anche se la fame vera e’ finita da un pezzo e non c’e’ piu’ bisogno di introdurre altre calorie. Scatta cioe’ la fame edonistica, mediata dai circuiti neurali del piacere e dell’appagamento che prendono il sopravvento sui segnali del corpo piu’ genuini che invece avvertono di smettere di mangiare.
Capita a tutti di mangiare troppo perche’ dopo un pasto abbondante arriva a tavola il dolce preferito cui non rinunceremmo mai: la fame per piacere e’ un problema comune, pericoloso perche’ puo’ portare ad abbuffate se non ben gestito.
Ma i meccanismi che ci sono dietro restano poco chiari. Gli italiani hanno offerto a otto individui gia’ sazi il loro piatto preferito e poi in una seconda occasione un piatto ugualmente nutriente ma meno appetibile. Hanno misurato i livelli di certe sostanze nel loro sangue e visto che grelina e 2-AG (che stimolano a mangiare) aumentano di fronte al proprio piatto preferito anche se sazi, ma non di fronte ad altri cibi. La sazieta’, dunque, nulla puo’ contro i circuiti del piacere che ci fanno perdere il controllo e mangiare qualcosa di cui non abbiamo proprio bisogno, per poi piangere lacrime di coccodrillo esclamando ‘ho mangiato troppo’.
SCENARIO CRISI
FARMACI: ONDA,25% DONNE INTERROMPE CURE PER COSTO MEDICINE. 70% PRONTE A PASSARE A GENERICO,MA MANCA RASSICURAZIONE MEDICO
(Ansa) Per il 20% delle donne la spesa dei farmaci, anche se limitata al solo ticket, puo’ ostacolare la prosecuzione del trattamento, e il 25% decide in autonomia, proprio per il costo dei farmaci, di ridurre il dosaggio o sospendere la cura. Eppure sono ancora poche quelle che acquistano farmaci generici, che gli consentirebbero di risparmiare. Secondo l’indagine dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda) 7 donne su 10 sostituirebbero il farmaco di marca con l’equivalente, ma non lo fanno perche’ non ricevono un’adeguata rassicurazione ’emotiva’ sulla loro efficacia dal medico.
Molte donne, soprattutto dopo la menopausa, soffrono di malattie complesse, come osteoporosi, diabete, depressione, e problematiche cardiovascolari, dove l’uso del generico garantirebbe un notevole risparmio. L’indagine, condotta su 1.019 donne tra i 35 e 75 anni, mostra che quello dei costi e’ un ”un problema particolarmente avvertito dalle donne in trattamento cronico per osteoporosi e depressione, dove si ha il piu’ alto tasso di interruzioni nelle terapia – spiega Francesca Merzagora, presidente di Onda – a causa di una spesa mensile di circa 25-35 euro per farmaci quasi tutti a carico personale”. I rischi dall’interruzione del trattamento e i costi dei farmaci potrebbero essere contenuti se i generici fossero piu’ conosciuti. Ma sui farmaci equivalenti il 44% delle donne si sente poco informato: solo meta’ li utilizza, anche se quasi tutte ne hanno sentito parlare. Il 70% fra le donne, che seguono ancora le terapia con i farmaci di marca, sarebbe favorevole al cambiamento, se consigliato dal medico (58%). E il 46% delle intervistate ha confermato che sarebbe passata al generico se fosse stato approvato il decreto legislativo che poneva l’obbligo al medico di medicina generale di indicare su ogni prescrizione la sostituibilita’ o non sostituibilita’ del farmaco classico con il suo equivalente. ”Serve dunque piu’ sensibilizzazione e rassicurazione – conclude Merzagora – dal medico, per fare alla donna quella sicurezza di cui necessita”. Leggi tutto: http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/saluteebenessere/2012/05/03/Farmaci-Onda-25-donne-interrompe-cure-costo-medicine_6811938.html
SALUTE: PSICHIATRI, SUICIDI E CRISI ECONOMICA. PERICOLO EFFETTO DOMINO
(Asca) ”Studi clinici epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso ”effetto domino”’. Lo afferma Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Un grave problema di questa fase storica del nostro Paese, al quale puo’ essere trovata una soluzione solo con l’aiuto dei medici e degli specialisti.
”I numerosi suicidi legati all’aggravarsi della crisi economica in atto verificatisi in questi giorni – spiega Mencacci – mi rendono come persona e come cittadino partecipe e addolorato per questi drammi individuali e famigliari. Come medico psichiatra vorrei pero’ cogliere l’occasione per dire che le persone che compiono questi gesti estremi sono nella grande maggioranza dei casi gia’ entrate da tempo nel tunnel della patologia psichica prevalentemente depressiva, che toglie la possibilita’ di trovare soluzioni alternative. I gesti estremi possono si’ essere scatenati da fatti contingenti che esasperano una situazione economica gia’ complessa, ma si innescano in personalita’ da tempo fragili e vulnerabili che non hanno avuto la possibilita’ di chiedere aiuto per la loro sofferenza psichica”.
”Il suicidio – continua il prof. Mencacci – non e’ un atto misterioso compiuto da un individuo apparentemente in salute, ma e’ una complicazione di una patologia mentale spesso trattabile. Non e’ soprattutto un modo logico ragionevole per risolvere i problemi. Tutte le crisi economiche, la storia purtroppo ci insegna, sono accompagnate da un aumento del tasso di suicidi. Oggi abbiamo pero’ un vantaggio rispetto al passato ovvero poter affrontare la sofferenza mentale con minor vergogna, maggior scientificita’ e migliori opportunita’ di cura. Il consiglio per chi e’ in difficolta’ e’ rivolgersi con fiducia, ai primi segnali di difficolta’, al proprio medico di famiglia o meglio ancora, a uno specialista psichiatra”.
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USA: DAL BOOM DELLE CASE ALLA VITA NEI MOTEL. I SENZA TETTO ALLE PORTE DI DISNEY WORLD
(La Stampa) Un ristorante all’interno di Disney World. Alle sue porte i nuovi poveri vivono in motel. Single, famiglie allo sbando e bambini, che vivono come zingari, trovano rifugio in alberghetti senza pretese sparsi sull’autostrada che porta al parco divertimenti. Dal boom delle case del 2004-2006, alla vergogna dei bambini homeless del 2012. La Florida della speculazione immobiliare gonfiata dai mutui subprime è diventata la terra dei «senza fissa dimora», gente che ha perso l’abitazione e vive in motel. Il teatro di questo dramma sociale è già di per sé una avvilente ironia: l’autostrada 192, una delle highways che portano al parco divertimenti di Disney World ad Orlando, cuore pulsante dell’economia dello Stato e meta dei sogni dei ragazzini. E’ lungo questa arteria che la teoria di alberghetti per automobilisti senza pretese ma con tanto sonno da non poter proseguire il viaggio, s’è trasformata nella destinazione per il popolo del “welfare fai da te”. Singoli, e anche tanti nuclei famigliari allo sbando, che devono cavarsela come possono sfuggendo ai creditori, talvolta alla legge, e sempre adattandosi a soluzioni economiche precarie: non hanno più un indirizzo conosciuto e sono forzati a cambiare dimora anche più volte in anno, traslocando da motel a motel. La vita dei più piccoli, in queste condizioni, ricalca il modello zingaresco. Come è il caso di Melissa, 12 anni, andata a vivere in un albergo due anni fa con suo padre e suo fratello. Quando i bambini giocavano a nascondino, era la più brava a sparire nelle fessure del terreno incolto che separava l’hotel dallo stradone asfaltato. Aveva imparato dov’erano le scritte più sporche sui muri scrostati nei sottopassi e le mostrava con orgoglio agli amichetti. Se voleva fuggire dai litigi tra il babbo e la mamma, riapparsa dopo la separazione, spariva per ore nelle paludi e nei boschi vicini. Se tutti gli Stati ricorrono agli alberghi per tamponare condizioni di disagio esplosive, la fila dei motel senza stelle alla misera tariffa d’affitto settimanale da 147 dollari è l’espressione più amara dei fallimenti personali e sociali di una fetta fragile dell’economia americana: lungo la strada che porta a Paperon de’ Paperoni.
Leggi tutto: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/451135/
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