DOTTI, MEDICI E PAZIENTI

Siccome, per quel che ci riguarda, tutto nasce dalla paura, allora possiamo immaginare che gli psicologi scelgono la loro professione per paura negata d’impazzire, mentre i medici indossano il camice bianco per esorcizzare quella della morte. Ora, in base alle attese di una nuova riforma dell’università, le due facoltà di medicina e di psicologia di Roma si sono unite nella nuova facoltà di medicina e psicologia, in modo che, forse, i medici possano recuperare la paura della follia ed accettare quella della morte, e viceversa per gli psicologi.

Ma probabilmente non andrà così, forse la medicina vuole solo recuperare gli spazi terapeutici che sta perdendo, segnale di un pessimo rapporto con l’utenza che chiede più attenzione alle proprie sofferenze e meno al conto bancario degli azionisti delle case farmaceutiche e dei vari mercanti della salute. Dicono alcuni medici coinvolti in quest’operazione di aggregazione universitaria che “nulla cambierà e saranno rispettate le autonomie didattiche, formative e professionali degli psicologi”, come dice sempre chi invade prima della sottomissione completa degli asserviti.

Ma ad onor del vero c’è da dire che da parte di molti psicologi la confluenza culturale verso il mondo medico è vista come alleanza salvifica per affrontare la crisi d’identità e di potere che la psicologia vive in relazione a suo ruolo sociale e professionale. Molti dei figli di Freud sperano di farsi spazio nell’affollato mondo delle professioni sanitarie adottando, se pur in veste di gregari, il modello vincente dei camici bianchi. E’ una delle prerogative dei nostri tempi, i forti hanno sempre ragione, guai a contrastarli, meglio assecondarli seguendone la luminosa scia, sperando in un loro cenno di approvazione e qualche pizzico di potere e soldi lasciato in elemosina per gli adulanti.

... Il seguito del contenuto di questo articolo è disponibile nel libro Società e psiche
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