CECITÀ

CecitàPregio dell’arte non è, come spesso s’immagina, di creare qualcosa dal nulla, ma è quello di far vedere quello che c’è e che non si riesce a vedere. Nel bellissimo romanzo di José Saramago “Cecità” la gente improvvisamente perde la vista, non vede più quello che prima vedeva chiaramente, e in un vortice di crudeltà, violenza e disperazione, cerca di organizzarsi la vita secondo quella nuova buia prospettiva.

Proprio come nella metafora saramaghiana il nostro procedere sociale vive secondo una cecità sempre più mutilante, una malattia iniziata con gli scotomi scintillanti del falso progresso fatto di consumo abbuffante, di fede assoluta dell’economia del capitalismo dello sfruttamento, di militante egoismo. Ormai c’è un’orda di ciechi che non vede più, non vede più la bellezza del mondo, l’armonia dello stare insieme con le stesse risorse e quindi gli stessi diritti, non vede più una possibilità di cambiare, di cambiare veramente togliendo ai ricchi, ladri non solo di beni materiali ma anche di speranza e di futuro, per ridare ai poveri, unica vera strategia di cambiamento che potrebbe salvarci dalla tragedia che ci attende.

Il branco dei senza vista vede solo i suoi incubi, con il terrore trasformatosi in lotta di potere, in brama di guadagno, in accumulo di beni che dovrebbe salvarlo dall’ecatombe del buio totale e dalla morte. Vede solo fantasmi, immagini fantastiche senza senso, senza alcun rapporto con la realtà, come la crescita economica continua, le risorse naturali infinite, la salvezza individuale a scapito degli altri. I padri, sconfitti nell’origine del loro valore simbolico, perpetrano la loro sciagurata azione etica d’interpretazione della realtà anelando di lasciare ai figli case e ricchezze invece che un mondo migliore.

Quello che accade in politica in questi giorni è l’evidenza più lampante, abbagliante come il “mare di latte” in cui annegano i personaggi di Saramago, di una totale cecità che ha colto tutti, rappresentanti istituzionali, membri di partito, che non guardano più in faccia a se stessi mistificando sinistra dove questa ormai non c’è più da tanto tempo. Non c’è perché avrebbe come scopo ineluttabile l’opporsi alla forza esorbitante delle potenze finanziarie irregimentate dalle oligarchie dei ricchi che stanno comprandosi il mondo.

... Il seguito del contenuto di questo articolo è disponibile nel libro Società e psiche

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