LO SCOPO DEI SOGNI

Lo scopo dei sogniDi epoca in epoca i sogni non smettono di stupire e stimolare la fantasia degli esseri umani. Numerose sono le testimonianze che, dai tempi antichi, parlano del mondo onirico come di un mondo affascinante e complesso ed ancora oggi il suo universo tanto fantastico quanto concreto stimola grandi quesiti cui non è semplice trovare risposte. Pensare, ricordare i sogni, equivale a scrutare l’universo, coglierne le sfumature, indagarne i limiti e scrutarne gli orizzonti, comprendere le destinazioni verso le quali ci conducono. In altre parole il sogno, nell’immaginario collettivo, è simile al pensiero, ragion per cui vi prestiamo un’attenzione pari a quella suscitata dai pensieri filosofici.

Comprendere lo scopo di un sogno richiede una mente psicologica in grado di cogliere ed interpretare sia il vissuto del sognatore che il simbolismo di cui esso si nutre e il contesto emotivo ed immaginario di cui si riveste. Il successo della teorizzazione di Freud con “L’interpretazione dei sogni” ha consolidato a livello sociale la convinzione che i sogni siano portatori e manifestazioni di istanze e desideri inconsci. Tuttavia, ricondurre i sogni a questa unica qualità comporta due rischi: da un lato, quello di tradire la complessità del pensiero freudiano sul mondo onirico, dall’altro quello di ignorare la ricchezza di un mondo cui l’uomo può attingere per comprendere sé stesso e per riformulare i propri pensieri diurni, al riparo dai disturbi della vita quotidiana.

Chiunque fra noi ha dovuto instaurare una dialettica con una persona amata. Nei rapporti personali intimi è spesso necessario stabilire una vocabolario comune, fatto di conoscenza e desiderio nei confronti dell’altro, per poter superare col tempo le probabili incomprensioni e poter così portare il rapporto ad un livello qualitativamente superiore. Nelle relazioni significative, in particolare, non ci accontentiamo di interazioni meramente formali e stereotipate: l’esigenza di conoscere l’altro, di entrare nella sua intimità, per stabilire un rapporto soddisfacente, ci spinge ad andare oltre le nostre convinzioni e i nostri modi di pensare.

Tale premessa, per quanto all’apparenza fuori luogo, risulta importante per approcciarsi al sogno e alle sue finalità. Il sogno in sé è un’elaborazione di emozioni, pensieri e stati fisici. Guarda al passato scrutando il futuro, cerca la verità nella profondità della nostra anima, veglia sui segnali ambientali, utilizzando un linguaggio arcaico, misterioso, infantile e al contempo saggio. Questo suo configurarsi quale entità profonda costituisce la ragione per la quale impegno e dedizione sono strumenti ineludibili per la comprensione del suo linguaggio e messaggio recondito. Ogni sogno è in sé ricco di stimoli e direzioni che ognuno può interpretare a piacimento, ma è possibile comprendere realmente ciò che il mondo onirico ha da comunicare entrando in contatto con esso e con i suoi simboli, se il sognatore lo desidera.

Carl Gustav Jung amava definire il sogno come un buon amico che ci osserva e che per il nostro bene ci direziona verso consapevolezze e profonde verità. La sua analisi ricca di valore sostiene l’impostazione di una lettura onirica fruttuosa e profondamente mistica, per chi preferisce coglierne la suggestione. Nel corso di questo secolo, tuttavia, la ricerca ha ampliato i suoi confini cercando di individuare ulteriori compiti del sogno, sulla base di analisi e studi approfonditi e avvalorati dall’uso di macchinari quali risonanza magnetica ed ulteriori tecniche. Ad oggi, comunque, la gran parte della comunità scientifica attribuisce ai sogni quattro funzioni principali: guardiano del sonno, regolazione del metabolismo affettivo, soluzione ai problemi, protezione dell’integrità dell’Io.

Regolazione del metabolismo affettivo

Nella condizione diurna la nostra mente registra ed elabora, insieme al nostro organismo, una dose massiccia di informazioni. Freud sosteneva che l’oblio è una virtù, una salvezza dell’uomo: questo concetto, seppur espresso in modo riduttivo, ci permette di comprendere la funzione onirica del metabolismo affettivo. Convenzioni sociali, morale, meccanismi di difesa e dinamiche del Super-Io non ci consentono di dare libero sfogo alle emozioni e alle fantasie che scaturiscono dall’inevitabile incontro con l’altro e con la parte buia di noi stessi. La mente accumula tensioni, immagini ed emozioni, ma l’espressione e il riconoscimento delle emozioni e dei pensieri a queste associate risulta essere inibito.

Ma nella sfera onirica il potere censorio della coscienza è in buona parte contenuto e l’inconscio ci permette di dare spazio e voce a quanto trattenuto in veglia: ecco allora trovarci a sognare omicidi, aggressioni, atti sessuali e quanto solitamente la mente rifiuta. Questi singoli atti, come tutti gli “atti scenici” del sogno, non possono essere letti esclusivamente in chiave stereotipata: è molto probabile che un sogno sessuale, ad esempio, manifesti impulsi erotici inconsci, ma è altrettanto probabile che quello stesso atto sessuale manifesti qualcosa di molto più profondo. Ancora, il sogno di una corsa a perdifiato può rappresentare il modo figurativo che l’inconscio seleziona per sfogare una frustrazione ovvero una generale condizione di disagio, ma, dal punto di vista di questa funzionalità, ciò che conta è che si tratta principalmente di uno sfogo emotivo. E’ quindi sempre nell’individuo che va individuato il significato del sogno, guardando al contempo all’universalità dell’esperienza umana.

Soluzione ai problemi

Durante lo stato di sonno le attività sinaptiche sono di gran lunga rallentate. Nella condizione di calma il cervello è in grado di bilanciare la massa di informazioni per restituirle nell’equilibrata armonia tra l’idea e il “colpo di genio”: nel sogno vari scienziati hanno trovato soluzione al loro quesito scientifico e artisti hanno trovato ispirazione per l’opera che attendevano di realizzare. Lo “stato calmo” del sonno è fruttuoso ed ispiratore.

Integrità dell’Io

Il nostro corpo e la mente si sono evoluti per passare velocemente da uno stato di veglia ad uno di sonnolenza ed infine di sonno. A loro volta il sonno e l’attività figurativa del sogno si distinguono per gradi. Nella veglia il Sé è strutturato e “controllato”: i meccanismi di difesa sono attivi e permane la possibilità di preservare noi stessi dagli stimoli ambientali, nei limiti del possibile. Nel corso della notte le immagini e le tematiche del sogno progrediscono però verso quella che viene definita la “Disintegrazione dell’Io”: da uno stato semi-cosciente progrediamo verso uno stato percettivo molto profondo durante il quale le immagini oniriche diventano molto confuse e coinvolgenti dal punto di vista emotivo. La funzione dell’integrità dell’Io è quindi fondamentale per evitare il rischio che l’Io possa essere scioccato dalle immagini oniriche e risulta particolarmente evidente al momento del risveglio: nel giro di pochi attimi questa funzionalità ci permette di modificare le immagini del sogno, e di ristrutturare velocemente il nostro Sé, attraverso il passaggio ad uno stato di semi-veglia e, subito dopo, di veglia. Questa è la ragione per la quale i sogni pomeridiani, in prossimità del risveglio e dell’addormentamento, sono più coerenti e lineari con la logica convenzionale.

Guardiano del sonno

Per ragioni evoluzionistiche, il corpo e la mente si sono sviluppati per garantire il sonno all’uomo e per permettere al corpo di rimanere in uno stato di scarsa mobilità. Nel corso della notte gli stati di attivazione del cervello oscillano: da un lato il controllo dell’ambiente che ci circonda è quasi pari a zero, dall’altro una parte del cervello e dell’organismo continuano a monitorare ciò che ci circonda. Si tratta della funzione del guardiano del sonno. Tutti noi abbiamo vissuto l’esperienza di sognare l’espletamento di bisogni fisiologici: quando il corpo chiama e la mente è proiettata nell’universo onirico, questa funzione del sogno ci permette di garantirci l’adeguato riposo ovvero di ridestarci trasmettendoci l’adeguato allarme. Così come accadrebbe se intorno a noi divampasse un incendio: l’immaginazione onirica ci verrebbe in soccorso, ponendoci nelle condizioni di comprendere quanto accade nell’ambiente.

Quelle oggetto di descrizione costituiscono le funzionalità riconosciute dalla comunità scientifica in quanto empiricamente documentabili. Le funzionalità dei sogni, tuttavia, possono essere varie e soggette all’interpretazione dell’analista e al momento storico del paziente. Rivestono poi particolare interesse anche sogni misteriosi che sembrerebbero preannunciare gli eventi. Il settore necessita quindi di molte altre ricerche, così come è necessario attribuire la dovuta importanza alla capacità dei sogni di saper cogliere ed interpretare vissuti altrimenti ignorati, mentre qualcuno si spinge ad ipotizzare persino cure terapeutiche che sfruttino lo strumento onirico. A prescinder dalla validità o meno di un simile approccio, ciò che è certo è che il sognatore può stabilire con il mondo onirico un contatto fraterno e sincero utile per conoscere se stesso, oltre a cercarvi rifugio.


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