Riceviamo e pubblichiamo questa notizia sulla campagna “Cambiamo insieme”. Pur condividendo lo spirito generale dell’iniziativa siamo invece critici sulle modalità d’intervento proposte in quanto rischiano di semplificare l’origine del problema, come vuole l’informazione conformista attenta solo agli interessi delle oligarchie economiche, ponendo il maschio, inteso come entità di genere ma confuso anche nel suo significato psicologico di maschile, come unico responsabile. La maggiore violenza espressa dalla nostra società è il risultato in massima parte della condizione culturale, d’origine anglosassone, di estrema competizione sociale che valorizza l’individualismo narcisista e che ha svilito la cultura del rispetto dell’altro e della solidarietà. La violenza, che riguarda anche il rapporto uomo-donna, per essere compresa efficacemente deve essere osservata soprattutto nell’ambito della violenza sul più debole, che è il modello seguito dalla nostra civiltà svenduta agli interessi del profitto economico. Proporre come soluzione, nel caso della violenza sulle donne, la presa in carico della sola responsabilità maschile, gli uomini violenti sono allevati dalle madri e scelti dalle loro compagne, è di nuovo mettere in competizione le vittime, senza voler intervenire sulle reali cause del problema. Il rischio di tali presupposti è quello non solo di concentrarsi esclusivamente sui sintomi, che pur vanno trattati, e di trascurare l’origine del danno, ma di creare una pericolosa contrapposizione tra il maschile e il femminile, intesi come fondamentali entità psichiche, la cui armonia è alla base del corretto sviluppo evolutivo dell’essere umano. Comunque, vista la complessità dell’argomento, ci auguriamo che, anche grazie a iniziative come questa di seguito proposta, si accenda un proficuo dibattito per vincere tutti insieme la piaga della violenza sulle donne e su tutti i soggetti deboli della nostra società. (Carlo Cerracchio)
Presentazione della campagna “Cambiamo insieme”
La violenza di genere può assumere molte forme, se si considera che per violenza può intendersi “qualsiasi atto indirizzato contro un’altra persona, dove questo atto nuoce, offende o crea una dimensione di paura in modo da costringere quella persona a fare qualsiasi cosa, o smettere di fare qualsiasi cosa che avrebbe voluto fare o non fare”. (Indal 2000)
Tutte, però, muovono da uno stesso sentimento: la rabbia. Un sentimento condiviso da ogni essere umano ma che trova in ognuno di noi un diverso modo di esprimersi. Non esistono, quindi, a priori uomini violenti o uomini non-violenti, ma piuttosto uomini che non sono in grado di gestire le proprie emozioni e che finiscono per mettere in atto comportamenti violenti: uomini spesso vittime di se stessi, ma che con un aiuto possono cambiare.
A partire da questo assunto è stata sviluppata “Cambiamo Insieme”, una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne che parla sì di violenza, ma che prova a farlo in modo leggermente diverso rispetto a come, di norma, questo tema viene affrontato dai media: innanzitutto non si rivolge alle donne, ma agli uomini, troppo spesso invisibili o del tutto assenti in iniziative di questo tipo; in secondo luogo lo fa cercando di superare i soliti, deleteri, stereotipi di ‘vittima‘ e ‘carnefice’, adottando un linguaggio non stigmatizzante; infine, punta a promuovere i servizi offerti dai numerosi centri di aiuto per coloro che mettono in atto comportamenti violenti presenti in tutta Italia.
Fulcro del progetto sono quattro brevi spot in cui l’attore modenese Lalo Cibelli recita frasi provocatorie e d’impatto: frasi realmente pronunciate da quattro uomini all’inizio del loro percorso di cambiamento intrapreso presso il Centro Liberiamoci dalla Violenza dell’Azienda Usl di Modena; parole terribili come “I bambini? Sì, hanno assistito, qualche volta, a scene di violenze. Ma non penso che li influenzi molto”, che spiazzano per la loro apparente normalità e che mostrano l’inconsapevolezza e l’ingenuità di persone che, talvolta, non si rendono davvero conto di quello che stanno facendo.
La campagna si sviluppa prevalentemente online, su canali social come Facebook e YouTube: l’obiettivo, infatti, è intercettare e soprattutto coinvolgere un target di giovani uomini tra i 25 e i 35 anni, favorendo il più possibile lo scambio di riflessioni e informazioni tra pari.
A partire dal 14 febbraio e fino al 19 marzo, sulla pagina Facebook ufficiale della campagna verranno diffusi gli spot (uno a settimana), e a partire da ciascun tema trattato, saranno proposti ulteriori contenuti in modo da costruire un vero e proprio percorso che guidi l’utente nell’approfondimento. Naturalmente, viste le finalità del progetto, particolare spazio sarà dedicato all’informazione sull’esistenza di strutture in grado di aiutare coloro che compiono atti violenti, come il Centro Liberiamoci dalla Violenza (Modena), il Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (Firenze e Ferrara) oppure il Centro italiano per la promozione della Mediazione (Milano).
A cura di: Comitato campagna “Cambiamo insieme”.
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