La settimana dei media si è aperta e si è chiusa con la Tav, o meglio con la crisi di governo strisciante che si è avviata tra Lega e Cinque Stelle: i primi favorevoli, gli altri contrari alla Torino-Lione. I Cinque stelle hanno avuto la peggio in quanto i “bandi” per le offerte ad eseguire i lavori partiranno regolarmente. Non si chiameranno bandi ma “avvisi” con una distinzione formale più che sostanziale, buona però ad indorare la pillola avvelenata per Di Maio e compagnia che in chiara crisi d’identità, e sempre più costretti a “leghistizzarsi”, hanno dimenticato di ricordare agli italiani i motivi del loro dissenso, che erano diventati quasi un “brand” del movimento. Motivi di salvaguardia dell’ambiente, di opportunità dell’opera, eccetera. Di Maio è stato agevolmente superato in tema ambientale dallo stesso Salvini che ha tagliato corto: “il treno mi piace perché non inquina”. Fine. La vicenda si è quindi sviluppata non sulle ragioni del sì o del no (forse meglio non ricordarle) ma sulla minaccia/opportunità di una crisi di governo. Ovviamente in questo circo che si svolge sui media il parlamento è stato totalmente ignorato, certamente perché una legittima e logica consultazione parlamentare avrebbe sancito la fine del governo.
La Tav ha messo in secondo piano l’altra notizia della settimana: l’avvio delle domande per il reddito di cittadinanza. Non c’è stato il temuto assalto a uffici postali e Caf anche se le domande hanno “superato le aspettative” . Anche qui molta propaganda e pochi fatti. La notizia in effetti si era già sgonfiata con l’annuncio dell’avvio del provvedimento. Il flop delle resse che non ci sono state ha fatto il resto.
Il Partito Democratico ha un nuovo segretario, il cui successo alle primarie era ampiamente annunciato. Nicola Zingaretti ha vinto sugli altri due di parecchie lunghezze. La foto che caratterizza queste primarie è senz’altro quella di Calenda che fa lo scrutatore, provenendo direttamente dal lago ghiacciato con cigni (anzi un cigno solo) dove si è fatto fotografare in costume da bagno. Anche i ricchi fanno volontariato.
La riforma del codice penale relativamente alla legittima difesa che è stata votata dalla Camera è ancora un’operazione mediatica : “Questa norma, dal punto di vista giuridico, cambia veramente poco. Ciò su cui incide è la percezione che il cittadino ha della legittima difesa”. Così dice Luigi De Fatico, avvocato penalista e membro dell’Aiga, l’Associazione italiana giovani avvocati, “Due cambiamenti riguardano il testo dell’articolo 52 del Codice penale: è stato aggiunto un “sempre” per precisare che la proporzionalità tra offesa e difesa “sussiste sempre” se l’aggressione avviene in casa o sul luogo di lavoro. Ed è stato previsto un quarto comma che stabilisce che “la difesa è sempre legittima se qualcuno sta respingendo un’intrusione con violenza o minaccia. Ma giuridicamente cambia davvero poco perché la proporzionalità è sempre prevista nei casi di legittima difesa – dice ancora De Fatico – Il punto è che ci deve essere un’aggressione, non basta trovare un ladro in casa per far scattare la legittima difesa. Invece, da come è stata pubblicizzata questa norma, sembrerebbe che si sia creata una zona franca in casa dove i cittadini possono commettere qualsiasi reato se entra un ladro”. Anche l’eccesso colposo non sparirà del tutto: “Si dovrà sempre valutare in un processo”, dice l’avvocato che conclude con la giusta preoccupazione che la “lettura” mediatica della mini riforma, possa essere da incentivo alla vendita delle armi ai privati, un mercato che era già in crescita.
Altra notizia “calda” della settimana il dimezzamento della pena per l’assassino di Olga Matei. La Corte d’appello di Bologna avrebbe ridotto drasticamante la durata della detenzione per l’attenuante della “tempesta emotiva” che avrebbe confuso le idee a Michele Castaldo, tanto da indurlo a uccidere la sua ex compagna. La notizia del dimezzamento della pena per l’assassino ha generato cortei e fiaccolate in diverse parti d’Italia per protestare contro lo scandalo. Si torna al delitto passionale o meglio al “delitto d’onore” del codice Rocco? No, perché in realtà le cose sono un po’ diverse. La “tempesta emotiva” compare sì nella perizia psichiatrica contenuta nella sentenza ma con essa si afferma che tale “tempesta” non ha tuttavia inficiato la capacità di intendere e di volere del reo (quindi la sentenza dice l’esatto contrario). In realtà la riduzione dai 30 a 16 anni è dovuta al fatto che il Castaldo è reo confesso e ha offerto un risarcimento, e la norma in questi casi prevede espressamente la riduzione della pena. Ma oramai il treno social-mediatico con commentatori di ogni tipologia ha fatto i suoi danni.
Notizia piccolissima, nemmeno uscita sui giornali. Riguarda un piccolo paese alle porte di Roma dove una “Sala Slot” è stata chiusa per “schiamazzi notturni e presenza di pregiudicati”. I carabinieri di Campagnano hanno messo i lucchetti al locale per un mese, su ordine del Questore, che si è basato su una norma del 1926, il Testo unico di pubblica sicurezza che all’articolo 100 recita: “Il questore può sospendere la licenza di un esercizio, anche di vicinato, nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini. Qualora si ripetano i fatti che hanno determinata la sospensione, la licenza può essere revocata”. Dal momento che non risultano tumulti o pericoli per l’ordine pubblico si è optato per la presenza di pregiudicati e per la minaccia alla moralità pubblica e al buon costume. Si è rispolverata quindi una norma d’epoca fascista per mettere i sigilli al locale.
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