“Non me sta bene che no”. Questo quindicenne di Torre Maura che sembra spuntato da un film del neorealismo ha affrontato i corpulenti fascisti di Casa Pound e gliele ha cantate: “sta cosa de annà sempre contro le minoranze a me nun me sta bene. Nessuno deve essere lasciato indietro, né italiani né rom. E non si può approfittare del fatto che la gente a Torre Maura è esasperata perché c’è na situazione de degrado”. Il fragile quindicenne in uno schietto dialetto romano “de borgata” (che non è piaciuto a qualcuno della sinistra con la erre moscia come la scrittrice Stancanelli) ha fronteggiato i muscolosi fascisti, uno dei quali lo ha praticamente minacciato toccandolo pesantemente. Una brutta scena. Un paradigma: le idee, fresche e semplici, il coraggio che le idee infondono e la pesantezza della minaccia, del monito. Simone ha continuato a difendere il suo pensiero, senza soggezione. Ma questo è. Viviamo in un’epoca in cui di idee ce ne sono poche. E’ la seconda volta che per esprimere dei concetti semplici, lapalissiani, ci si affida a dei minori. Dopo Greta, Simone. Poi di seguito tutto il coro politico, come al solito melenso e tardivo, e la gara ad accaparrarsi il giovanotto che nonostante i più attempati di Casa Pound avessero tentato di classificarlo politicamente, ha più volte sottolineato che non appartiene a nessuna formazione politica. (Altra piaga dei tempi, non contano le idee ma di che partito sei).
Direi di stendere un velo pietoso, ma anche due, sulle foto del leader dei Cinque Stelle con la fidanzata. Un servizio fotografico guidato che francamente ci poteva essere risparmiato anche perché è diventato “virale” cioè te lo ritrovavi davanti anche senza volerlo.
Da registrare ancora il tentativo di smarcamento dei Cinque Stelle dalla Lega cercando di recuperare valori che sicuramente tutti gli elettori del Movimento non condividono: quelli antifascisti. La Raggi ha esultato per Simone, dicendo che “A Roma non c’è posto per i fascisti” (Tranne qualche stabile occupato da loro). Sono movimenti in vista delle elezioni europee. Di crisi di governo forse se ne parlerà dopo. Intanto si cominciano a fare i nomi dei primi candidati. Fratelli d’Italia candida un discendente di Mussolini, dal nome di battesimo roboante: Caio Giulio Cesare. Per i fascisti di Fratelli d’Italia evidentemente discendere da un dittatore, è un valore, di questi tempi.
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