FIGLI DELLE STELLE

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L’orda dei No-Vax, insieme a quelle di tutti i partecipi agli scombussolati negazionismi vari, oltre a determinare sconcerto in chi si approccia alle dinamiche sociali mantenendo un’attenzione razionale, responsabile e fondata sul valore delle competenze, pone inevitabilmente la domanda sull’origine e la causa di tali fenomeni. C’è comunque da considerare che l’esasperata contrapposizione in atto tra fautori e detrattori della comunicazione scientifica in merito a come affrontare la crisi pandemica rischia di farci perdere la necessaria attenzione sul rapporto tra scienza e interessi economici.

Credo che chi rifiuta il vaccino contro il virus SARS-CoV-2 faccia parte di uno sprovveduto gruppo di persone che, seppur responsabile dell’aumento del rischio di aggravamento della pandemia, sia fondamentalmente vittima delle condizioni socio culturali presenti nel nostro tempo. Molto spesso, anche da parte di chi ha ragione, ci si scaglia violentemente contro i più deboli che, anche se stanno commettendo degli errori come nel caso degli oppositori al vaccino anti covid-19, sono il risultato di un sistema che spesso manca la tutela della parte culturalmente, psicologicamente ed economicamente più fragile della popolazione.

Così, proprio chi necessiterebbe di un supporto per affrontare le sempre maggiori difficoltà poste dal vivere comunitario, si trova ad essere vittima della manipolazione di chi ha interessi economici e politici, leggi la destra che è sempre e solo un coacervo d’ignoranza e di sottomissione ai più forti, a creare caos sociale attraverso la disinformazione, e nel contempo bersaglio degli strali di chi ha la possibilità di una lettura più corretta della realtà. Purtroppo è nel nostro istinto quello di non affrontare la complessità dei problemi e di creare nemici assoluti, reclutati ovviamente tra i più deboli, su cui scaricare tutte le colpe. 

Per capire cosa si agita nella mente degli oppositori al vaccino provo a fare innanzitutto una distinzione tra chi è in una condizione di sofferenza determinata dalla paura cosciente della vaccinazione, e chi invece si affilia a sistemi ideologici fondati sulla disinformazione e sul delirio del sistema comunicativo.

Mi sembra logico pensare che per il primo gruppo di persone sarebbe utile approntare un sistema di supporto, organizzato magari dalla collaborazione tra i servizi sanitari pubblici e le organizzazioni volontarie di assistenza al disagio psicosociale, che possa aiutare al superamento delle paure fornendo corretta informazione ed eventuale sostegno opportuno. Per quanto riguarda invece il gruppo degli invasati, quelli che teorizzano che dietro ai vaccini si nascondono apparati di controllo delle menti e farneticazioni varie, che si battono a favore di una non ben chiara libertà contro la “dittatura sanitaria”, avallati anche da presunti alfieri della cultura con evidenti sofferenze narcisistiche, qui chiaramente la situazione diventa più complessa e necessita di ulteriori approfondimenti.

Quello che si attiva nelle persone convinte delle assurdità proposte dai negazionisti della pandemia e dai vari oppositori alle vaccinazioni è un processo molto comune e molto spesso utilizzato dalla mente umana, il pensiero magico. Questo tipo di attività cognitiva permette di realizzare fantasie e propositi non direttamente agibili nella realtà, sacrificando questa alle necessità di equilibrio psichico che potrebbe essere minacciato se confrontato palesemente con i dati del reale.

Utilizziamo il pensiero magico quando non riusciamo ad accettare parzialmente o completamente la distanza tra i nostri desideri, le nostre paure e le nostre radicate convinzioni, e la cruda realtà. Possiamo inventarci di essere più intelligenti, più belli, raccontarci fantasie convergenti con l’immagine di noi stessi faticosamente creata nel percorso esistenziale. Possiamo considerare il pensiero magico come una normale modalità della nostra attività psichica, che ci permette di creare realtà virtuali nelle quali possiamo agire senza confrontarci duramente con il concreto.

Pensare l’essere umano come un folle creatore di condizioni fittizie è sicuramente fuorviante, non tutta la realtà viene trasfigurata ad uso e bisogno della psiche e delle sue fragilità, ma quando c’è necessità per la sopravvivenza, ma anche per lo sviluppo, dell’individuo e della specie, la capacità di inventare mondi e situazioni convergenti con le attese e le speranze soggettive e sociali si è dimostrata un’efficace strategia evolutiva.

Come gran parte delle strategie psichiche queste funzionano se utilizzate per lo scopo per cui si sono sviluppate, quindi quando non si sostituiscono al comunque necessario rapporto con la realtà. Se l’idea della permanenza della persona cara scomparsa è sicuramente utile nell’elaborazione del lutto per il periodo che necessita al distacco, immaginare che chi ci ha lasciato per sempre continui a vivere insieme a noi delirandone definitivamente l’esistenza, sicuramente diventa condizione di malattia psichica.

Quello che accade nella mente di una parte, forse non troppo esigua, di coloro che si oppongono alle informazioni che la scienza fornisce in merito alla pandemia in atto, si può considerare come un conflitto molto forte tra il racconto del reale offerto dalle fonti competenti e quello spesso volutamente manipolatorio proposto dalla disinformazione. Il conflitto è generato dall’incapacità di far fronte alle richieste di cambiamento, necessario per contrastare l’evento critico. Le persone abituate a condurre in maniera semplificata la loro vita, come accade nei vari luoghi di socialità virtualizzata, dove la gestione delle relazioni è deresponsabilizzata dalla modalità egocentrica delle interazioni, e la valutazione del bene e del male è affidata alla scelta del numero di stelle da assegnare ad un evento, non possedendo più la capacità esperienziale per affrontare il problema, lo negano. 

Affidandosi a falsi racconti della realtà in sintonia con il loro fragile sentimento dell’accadere, i “figli delle stelle”, umanità semplificata voluta dalle regole dell’economia del capitalismo globalizzato, sono pronti a combattere sulle barricate dell’ignoranza la loro guerra per la libertà dell’egoismo. Resisi liberi dal faticoso sentimento di partecipazione comunitaria, i contestatori delle regole faticose ma necessarie per affrontare la pandemia, si battono strenuamente per continuare ad essere i protagonisti sacrificati dallo sguardo beota, della vita felice e libera da conflitti offerta dai contraffattori di verità.


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