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“Io sono democratico, faccio parte della civiltà occidentale liberale, dove vige la libertà di stampa e si tengono regolarmente libere elezioni. E per queste ragioni il mio sistema sociale è il migliore del mondo, e mi autorizza a giudicare, e quando opportuno a combattere, quelle che sono tutte le altre forme di organizzazione civile, sostanzialmente meno evolute. Io seguo le regole della democrazia occidentale, che ha come faro, e venera quale culla della civiltà, gli Stati Uniti d’America. Io faccio parte orgogliosamente delle alleanze, economiche e militari, che sorvegliano la sicurezza del mio modello di vita, e che intervengono, anche con violenza se necessario, qualora tale paradigma venga minacciato.
Io, quale membro della civiltà occidentale, ho il diritto di soddisfare le mie necessità materiali. Ho il diritto ad avere un lavoro ben remunerato, che sia almeno dieci volte più pagato di quelli svolti da coloro che vivono in sistemi non considerati democratici. Ho diritto a una bella e spaziosa casa da arredare confortevolmente, con tutti gli strumenti e accessori, fronzoli e amenità, che mi permettano di vivere con piena e opulenta soddisfazione la mia vita di cittadino occidentale. Ho altresì il diritto a viaggiare in qualsiasi parte del mondo, meglio se attrezzata per soddisfare le mie necessità e abitudini.
E, dopo aver vissuto, con sempre orgogliosa e militante osservanza dei valori della mia superiore cultura occidentale, il tempo della competizione meritocratica lavorativa, ho diritto a trascorrere gli anni della ultima parte della vita sostenuto da un adeguato, per continuare a vivere secondo il sogno americano, vitalizio. In qualità di esponente della cultura occidentale considero pretestuose, e prive di qualsivoglia fondamento, le accuse di parzialità di giudizio nei confronti di eventi esterni che presentino conflittualità. Considero la guerra una piaga terrificante, ma anche purtroppo spesso necessaria per convincere le diverse culture non democratiche e liberali a seguire il nostro modello di sviluppo civile ed economico.
Nei conflitti c’è sempre un aggressore e un aggredito, e io sto sempre dalla parte di chi mi assomiglia di più e che si sente partecipe del mio sistema di valori, e che definisco leggittimamente, sempre in qualità di cittadino occidentale, come aggredito. Io francamente non credo, come qualche raro ingrato concittadino, plagiato da teorie antidemocratiche, che il mio metro di giudizio sia influenzato, oltre dalla supposta mia dipendenza da abbondanza di risorse, da un sistema di vita che rifugia la penuria e la non disponibilità del, mal considerato, superfluo.
Io, fermamente convinto della superiorità del mio sistema di vita, non valuto come preoccupante la mancaza di partecipazione alla vita politica della maggioranza dei miei concittadini. Noi, a dispetto dei regimi non democratici che impediscono il cambiamento, non consentendo la libera scelta, ovvia, di un sistema simile al nostro, abbiamo un valido sistema elettorale. Perciò, anche in merito alla scarsa frequentazione delle urne, possiamo acclamare la mancanza di reali alternative politiche quale segno di stabilità e carenza di conflittualità sociale, che rendono superflua ogni ipotesi di cambiamento.
E, infine, quello che segna definitivamente la superiorità del nostro sistema culturale è la libertà di stampa. Nel nostro sistema occidentale liberale esistono innumerevoli fonti indipendenti d’informazione, a differenza degli altri che spesso hanno un solo distributore informativo. Nel nostro mondo libero ciascun cittadino può esprimere apertamente il proprio pensiero, a differenza dei sistemi non liberali che controllano e censurano i dissidenti. A tal proposito, sostenuto dall’orgoglio di partecipare ad una vera società democratica, respingo con fermezza ogni tentativo di proporre equivalenze o di gettar discredito sul nostro sistema di libertà di opinione e di stampa.
Pertanto ritengo assolutamente ininfluente che in pratica la quasi totalità della nostra stampa è finanziata dalla pubblicità, quindi dagli interessi economici e commerciali. Ed è ancor più irrilevante rispetto ad un inappropriato confronto con la mancanza di libertà di espressione che vige nei sistemi diversi dal nostro, la considerazione che se si esprime dissenso in contrasto con la posizione del più forte economicamente e militarmente, si venga criminalizzati.
Infatti, a tale esempio, ritengo giusto, sulla base del rispetto dei valori della civiltà occidentale, che si definisca putiniano, quindi fautore del più becero nazionalismo, della rapina delle risorse comuni e del fascismo, chiunque metta in discussione l’interpretazione del conflitto russo-ucraino proposta da organismi schiettamente liberaldemocratici quali il congresso degli Stati Uniti e la NATO. Lo stesso vale per chi non osservi la inattaccabilità dello stato di Israele, e che pertanto venga giustamente etichettato come antisemita e terrorista, le cui ragioni soverchiano sempre le responsabilità in merito al principio di vicinanza culturale e alleanza strategico-militare.”
In fede, liberal democratica…
(Seguono le firme, immaginarie, della gran parte degli esponenti della politica, della cultura e dell’informazione di un immaginario stato occidentale, affetti da una poco inverosimile “Sindrome occidentale”)
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