“La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme” è un libro di Hannah Arendt, che, attraverso il racconto del processo ad un gerarca nazista, esamina le caratteristiche della personalità degli uomini che in regime totalitario agiscono con crudeltà partecipando alla barbarie senza sentirsene responsabili. La caduta nel male dell’uomo è banale, non necessita di particolari mostruosità individuali, basta perdere il contatto con la realtà personale e sociale in cambio dell’adesione ad un’idea folle ed inumana di esaltazione collettiva. E questo vale non solo per il passato…
Commento musicale: Zero Project – A forgotten promise
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